sabato 2 febbraio 2019

GENDER E TRANSUMANESIMO, UN'UMANITA' NEUTRA

Pubblichiamo alcuni passi di EUGENIO CAPOZZI 
tratti dal suo libro 
POLITICAMENTE CORRETTO. STORIA DI UN'IDEOLOGIA  
  (Marsilio 2018).  


Un’umanità neutra: tra gender e transumanesimo

La messa in discussione di un'essenza metafisica del soggetto umano, l'obiettivo di affermare una libertà radicale

svincolando gli individui da vincoli biologici, ambientali, sociali, culturali trovavano un'immediata e tangibile realizzazione in special modo nell'identità sessuale. “Essere quel che si vuole” per un'entità che può costruirsi come soggetto attuando il principio di autodeterminazione significava abolire ogni distinzione di ruolo e ogni convenzione predefinita, per dedicarsi soltanto alla soddisfazione delle proprie pulsioni.
  Come nel caso della lotta al colonialismo e alle discriminazioni razziali, anche quella alle discriminazioni sessuali si allontanò dal riferimento alla tradizione costituzionale dell'Occidente e, influenzata dalla rivolta diversitaria, trasformò la rivendicazione dell'uguaglianza nella messa in questione di ogni concezione della natura umana sedimentata nella storia, e nella pretesa dell'esistenza di una sfera di diritto speciale, di un riconoscimento pubblico di legittimità dovuto a un gruppo, definito in nome della sua differenza. Tanto il femminismo di seconda generazione quanti movimenti per i diritti gay (come cominciarono ad essere designati dall'inizio degli anni settanta) vennero influenzati dalla tesi secondo cui rappresentazioni del sesso maschile e di quello femminile ereditate dalla storia occidentale, andavano considerate come impalcature
Eva nasce dalla costola di Adamo, bassoriiievo Duomo di Orvieto.
ideologiche di un sistema patriarcale fondato sulla sistematica sopraffazione e repressione delle diversità. E secondo cui, viceversa, le identità sessuali non sono stabilite dalla biologia, ma sono il frutto di una costruzione culturale determinata dalle mentalità dominanti o dalla libera scelta dei soggetti.
Sorto nell'ambiente dei cultural studies, il concetto di gender (genere), contrapposto a quello di sex, esprimeva pienamente questa condanna, e il radicale relativismo che la ispirava. Attraverso una serie imponente di ricerche nel campo socio psicologico, storico, letterario, mediatico gli studiosi del gender hanno sostenuto che qualsiasi connotazione culturale dei sessi, esterna alla conformazione biologica, esprime rapporti di potere che nella civiltà occidentale si sono definiti appunto nel modello sessista del patriarcalismo. Punto comune tra gender studies, il femminismo radicale e movimenti gay stava nella determinazione a decostruire queste connotazioni, per aprire la strada a nuove rappresentazioni di genere libere da condizionamenti e coercizioni.
Conformemente alle politiche dell'identità, quei movimenti rivendicavano non solo la libertà di comportamento degli individui nonché l’uguaglianza giuridica “senza distinzione di sesso”, ma il riconoscimento delle identità alternative alla polarizzazione tradizionale […].
Il vero cuore dell’identità gender si rivelava essere il rifiuto di ruoli e identità fisse: la loro interpretazione, cioè, non come stati naturali ma come “atti performativi”, per usare l'espressione di una delle principali caposcuola dei gender studies, Judith Butler. […].
L'ideale di un essere indifferenziato, neutro, multivalente, dalle identità cangianti e mobili si va  a inquadrare in un progetto ideologico preciso: la costruzione di un'umanità svincolata da ogni condizionamento naturale e culturale, ridefinibile secondo potenzialità infinite con l'ausilio di mezzi tecnoscientifici senza precedenti nella storia della civiltà. In questa chiave si comprende meglio la rapida trasformazione dei temi sui quali si sono andate incentrando nell'ultimo trentennio le rivendicazioni dei gruppi gender nel dibattito civile dei paesi occidentali.
Acquisita l'abolizione di ogni condanna o discriminazione
normativa, nonché l'accettazione sociale di differenti stili di vita sessuale, le campagne si sono spostate su questioni come il  nodo paternità/maternità e il concetto di famiglia. 
L'enfasi posta sull'obiettivo del matrimonio same sex o egualitario (regolato dello stesso regime di quelli eterosessuali) come diritto fondamentale converge con la tendenza all'affermazione di una pluralità di modelli di unione familiare, con numerose varianti e sempre più provvisori.
Diviene rilevante la possibilità, attraverso la parificazione delle unioni civili omosessuali al matrimonio, di legittimare il diritto alla paternità e maternità same sex: il riconoscimento giuridico che esistono figli nati da due madri o da due padri, ottenuti attraverso una “madre surrogata” o la fecondazione in vitro da un donatore di sperma. […].

Queste innovazioni giuridiche rappresentano momenti di transizione verso la relativizzazione totale della genitorialità, la scissione completa tra sessualità e generazione, l'equiparazione della paternità/ maternità a un'operazione di laboratorio.
La società “neutralizzata”, depurata da eredità biologiche, storiche e culturali costituisce il punto di partenza per l'estremo progetto, il più ambizioso dell'ideologia neo progressista. Un progetto faustiano: il superamento dei limiti fisiologici della natura umana attraverso l'uso estensivo dei poteri derivati dalla tecnoscienza, ossia dal sistema ormai organicamente unito di scienze e tecnologie in grado di svilupparsi in forma autonoma, e di intervenire in maniera determinante sui momenti decisivi della vita umana.
Biotecnologie, ingegneria genetica, nanotecnologie, robotica, nuove frontiere della farmacologia e della psicologia da qualche decennio, in sempre nuove combinazioni e interazioni, hanno registrato un'accelerazione esponenziale
dei loro progressi e accumulato potenzialità che promettono svolte decisive nell'innalzamento della qualità della vita, nella lotta alle malattie, alla sofferenza, alle disabilità, nell'obiettivo di prolungare l'esistenza a livello fino a poco tempo fa impensabili. Molti tra i più ricchi imprenditori dell'industria hi-tech stanno investendo da tempo enormi capitali in queste tecnologie.
Da tempo questo scenario è stato posto al centro di una corrente culturale definita “transumanesimo”. Esso prefigura un prossimo futuro in cui gli esseri umani potranno accedere a opportunità senza precedenti nella storia, superando definitivamente molti limiti della loro condizione naturale. Prospettiva che in alcuni casi si spinge fino l'ipotesi che possono fondersi in varia misura con macchine e tecnologie (postumanesimo). E ha già stimolato molte riflessioni a livello filosofico su quanto il potere tecnoscientifico sarà in grado di cambiare la storia, ma anche la morale umana, il senso del bene del male, della vita e della morte.