domenica 6 ottobre 2013

IL MISTERO DEL MALE di Giorgio Agamben


Pubblichiamo alcuni passi, che riteniamo essenziali, tratti dal libro di GIORGIO AGAMBEN, Il mistero del male. Benedetto XVI e la fine dei tempi (Ed. Laterza, 2013). 
Questo suo lavoro è una lettura storica del gesto di Benedetto XVI di lasciare il pontificato, ma anche una radicale interrogazione intorno alla contemporaneità e ai suoi paradossi. Legalità e legittimità non giungono a sovrapporsi.   

“Se questo gesto [le dimissioni di Benedetto XVI] ci interessa, non è certo soltanto nella misura in cui rimanda a un problema interno della Chiesa, quanto piuttosto perché esso permette di mettere a fuoco un tema genuinamente politico, quello della giustizia, che, al pari della legittimità, non può essere eliminato dalla prassi della nostra società. Noi sappiamo perfettamente che anche il corpo della nostra società politica è, come quello della Chiesa e forse ancora più gravemente, bipartito, commisto di male e di bene, di crimine e di onestà, di ingiustizia e giustizia. […]"

"Nella prospettiva dell’ideologia liberista oggi dominante, il paradigma del mercato autoregolantesi si è sostituito a quello della giustizia e si finge di poter governare una società sempre più ingovernabile secondo criteri esclusivamente tecnici”. 
  “Se la crisi che la nostra società sta attraversando è così profonda e grave, è perché  essa non mette in questione soltanto la legalità delle istituzioni, ma anche la loro legittimità; non soltanto, come si ripete troppo spesso, le regole e le modalità dell’esercizio del potere, ma il principio stesso che lo fonda e legittima”. 
  “L’ipertrofia del diritto, che pretende di legiferare su tutto, tradisce anzi, attraverso un eccesso di legalità formale, la perdita di ogni legittimità sostanziale. Il tentativo della modernità di far coincidere legalità e legittimità, cercando di assicurare attraverso il diritto positivo la legittimità di un potere, è, come risulta dall’inarrestabile processo di decadenza in cui sono entrate le nostre istituzioni democratiche, del tutto insufficiente”.