mercoledì 18 dicembre 2013

PAPA FRANCESCO E LA SUA RAFFINATA SEMPLICITA' di Silvia Ronchey


Pubblichiamo l'intervista a Silvia Ronchey a cura di Alessandro Zaccuri uscita su l'Avvenire (5.11.13) 
con il titolo "Raffinata semplicità".
Per leggere l'intervista completa:

«Un Papa di meravigliosa semplicità e di straordinaria raffinatezza» sintetizza Silvia Ronchey. «Ogni sua azione, ogni sua parola si presta a una duplice lettura», aggiunge.
Lei che cosa preferisce: la semplicità o la raffinatezza?
«Non sono separabili l’una dall’altra – risponde –. Lo si è capito subito, fin dal momento in cui papa Bergoglio si è affacciato dalla loggia della basilica di San Pietro. Quell’inginocchiarsi davanti al popolo, quel chiedere la benedizione dei fedeli erano gesti talmente trasparenti da non esigere, in apparenza, alcuna spiegazione.(...). 
Quali prospettive si aprono, secondo lei?
«Una interna alla Chiesa stessa, nella direzione di una ritrovata collegialità, lungo la linea indicata già dai Padri orientali e poi ripresa dal Concilio Vaticano II. Nessuna deriva “modernista” in questo, semmai la volontà di riappropriarsi della tradizione in tutta la sua forza vitale e innovatrice. Lo si comprende, per esempio, dall’apprezzamento di Francesco per il tomismo autentico, contrapposto al “tomismo decadente” degli ultimi decenni. C’è una genialità del pensiero cristiano che occorre preservare, non per opporsi alla tradizione, ma per permettere che la tradizione apra spazi ulteriori (...)».
Un desiderio che ora trova realizzazione?
«Direi di sì, per quanto in prima istanza Francesco, a differenza del suo predecessore, non sia un teologo ma un pastore. Eppure il sottotesto dei suoi comportamenti è precisissimo anche dal punto di vista concettuale. Non dobbiamo dimenticare, a questo proposito, che Bergoglio proviene da un contesto nel quale la durezza del vivere si impone con una forza tale da rendere immediato il ricorso alla prassi pastorale».
E verso l’esterno?
«Anche in questo caso le prospettive vanno di pari passo, si intrecciano. Una Chiesa cattolica capace di recuperare in modo creativo le proprie origini è, coerentemente, una Chiesa che si pone in dialogo con le altre confessioni cristiane, prima fra tutte quelle orientali. L’incontro tra Francesco e il patriarca Bartolomeo è stato, dal mio punto di vista, un evento la cui portata deve ancora essere apprezzata nella sua pienezza. (...). Un intreccio vertiginoso, che però lascia intendere quanto il ritorno alle origini sia portatore di innovazione».
Francesco parla spesso del ruolo della donna...
«Parla di “genio femminile”, per l’esattezza, ed è un’espressione bellissima, che rimanda a Goethe e all’“eterno femminino” cantato nel Faust. L’ho detto e lo ripeto: questo è un Papa irresistibile per i media, ma il suo non è un messaggio mediatico. I riferimenti culturali sono innumerevoli, si va Hölderlin a Borges, spesso con la mediazione di Ignazio di Loyola».