giovedì 9 febbraio 2017

Codice cavalleresco di R. Marchesini. Presentazione di Giorgia Brambilla

Pubblichiamo un passo della Prefazione di Giorgia Brambilla (Professoressa associata di Bioetica all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum) al libro di 
Roberto Marchesini "Codice Cavalleresco", (Sugarco 2017). 

Il Codice cavalleresco per l’uomo del terzo millennio si presenta come una mappa per l’uomo contemporaneo per riscoprire se stesso e la grandezza del suo essere maschile attraverso l’arduo cammino delle virtù (da vir, uomo) che contraddistinguono il cavaliere, figura appropriatamente presa dall’autore a modello dell’uomo di ogni tempo.
Già, perché, checché ne dica il relativismo storicista, non tutto scorre (facile ricordare il famoso «panta rei» eraclitiano): la natura dell’essere umano resta immutata e immutabile attraverso i tempi. Dunque, non è anacronistico prendere una figura, in questo caso il cavaliere, come riferimento virtuoso per l’uomo di oggi che ha smarrito se stesso sballottato tra modelli effeminati o machisti, non certo virili, che però tende, come l’uomo di allora, alla realizzazione massima di sé come persona. E poi- ché nell’essere umano quel dato biologico della sessualità, al maschile in questo caso, ha un significato che diventa compito, la mascolinità diventa scoperta, conquista di quella perfezione d’essere di un essere, la persona, creata a immagine e somiglianza di Dio. 
Del resto, la santità è sempre eccellenza e l’attuazione delle virtù non va ristretta alla lotta contro il peccato o al fare certe cose e a non farne altre, ma è espressione massima della chiamata che Dio rivolge a ciascuno, uomo o donna, laico o consacrato, e che consiste nell’imitare e seguire Cristo: « Perfectus Deus perfectus homo ». 
Voi uomini sapete e potete compiere straordinarie imprese, a cominciare da quelle della quotidianità, ovvero le più grandi; grandi come le mani ruvide di mio nonno che si chiamava Giuseppe e faceva il falegname, dopo essere sopravvissuto con onore alla guerra; grandi come la montagna dove il mio vicino, da quando si è ammalato, va a pregare tutti i giorni perché la morte lo colga senza paura, ma soprattutto senza macchia, quella del peccato mortale; grandi come le spalle di quel mio paziente che quando prendeva in braccio il figlio paraplegico lo guardava, sincero, come se fosse il più bello di tutti; grandi come gli occhi di quel ragazzo conosciuto in parrocchia che, impavido, si è caricato delle conseguenze delle sue azioni e ha dato forza alla sua fidanzata nella scelta di non abortire; grandi come i passi di quel sacerdote di periferia che a novant’anni passava con fortezza dieci ore al giorno nel confessionale; grandi come la felicità che provo insieme a mio marito, uomo leale e fedele, che, con spirito di sacrificio ma sempre col sorriso, antepone i bisogni della nostra famiglia ai suoi e dà riparo a me e ai nostri figli dalle inevitabili intemperie della vita. 
Cari uomini, siate virtuosi e noi donne saremo felici di « esservi di aiuto » e saremo spose docili e capaci di non intossicarvi con le nostre paranoie quando tornerete a casa, madri che vi lasceranno volare senza trasmettervi la paura che prendiate freddo, figlie spirituali liete di obbedirvi e di vedere in voi un « alter Christus ». Della vostra scarsa dote empatica ci faremo una ragione! Perché ciò che le donne vogliono non è l’«uomo-amico» che le segua nei loro labirinti emotivi. No, le donne aspettano di essere amate da un vero cavaliere – che non è il principe azzurro, modello rétro dell’istruttore di pilates della palestra sotto casa, col ciuffo ossigenato e i piedi abbronzati pure a dicembre. Un uomo che è bello perché virtuoso e per questo è un vero uomo. 
Un sentito grazie al dottor Roberto Marchesini e a tutti gli uomini che attraverso questo libro sceglieranno di compiere quell’arduo passaggio da homo a vir, conquistando e realizzando pienamente la loro mascolinità, sulla via santa della sequela Christi